Il fattore di trascrizione LSF si preannuncia come un promettente target per mettere a punto trattamenti chemioterapici più efficaci per il carcinoma epatocellulare, la terza più diffusa causa di morte per cancro al Mondo.
LSF è una proteina altamente espressa nei casi di carcinoma epatocellulare (o epatocarcinoma) e gioca un ruolo cruciale nel promuove l’oncogenesi. E’ presente in modo significativo nei campioni biologici ottenuti dai malati e nelle linee cellulari impiegate per indagare il carcinoma epatocellulare (HCC).
Proprio studiando le caratteristiche di LSF i ricercatori sono riusciti a identificare piccole molecole capaci di inibire l’attività cellulare di questo fattore di trascrizione: il principale composto attivo è FQI1 – factor quinolinone inhibitor 1 – che inibisce il legame di LSF al DNA e mostra anche un’attività antiproliferativa sulle linee cellulari.
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Nelle cellule che sovraesprimono LSF, comprese le cellule colpite da carcinoma epatocellulare, la presenza di FQI1 ne induce rapidamente la morte. Tuttavia gli epatociti primari e quelli immortalati non vengono influenzati dal trattamento.
I ricercatori hanno valutato 23 chinolinoni in base alla relazione tra struttura e attività inibitoria oltre a misurare le concentrazioni richieste per ottenere l’attività antiproliferativa e per inibire la transattivazione di LSF. I dati raccolti nel corso dello studio mettono in luce che LSF è il target specifico per i FQI – factor quinolinone inhibitors.
Basandosi sui risultati in vitro gli studiosi hanno proseguito le indagini su modello murino ed hanno testato l’efficacia di FQI1 che è risultato capace di inibire in modo consistente la crescita tumorale senza mostrare citotossicità sugli altri tessuti.
Questi risultati incoraggiano ad approfondire gli studi sugli inibitori di LSF per mettere a punto trattamenti chemioterapici più efficaci rivolti ai malati di carcinoma epatocellulare.